Il percorso di Giovanni

Pubblicato il 28 Settembre 2023

Abbiamo avuto occasione di risentire Bruna dopo tanti anni e la sensazione rassicurante è stata la
stessa: quella voce dolce, ma ferma che ci ha incantato 23 anni fa, quando Giovanni aveva
appena compiuto i due anni. Ci siamo avventurati in questa percorso, quando eravamo di fronte
ad un esito incerto, complicato e faticoso, con qualche dubbio sia sulla possibilità di riuscire a
percorrerlo che sul fatto che Giovanni potesse accettare e tollerare l’impegno. Dopo la telefonata
con Bruna, che è stata per noi uno spiraglio di luce , i nostri incontri ci facevano capire che
qualcosa si può sempre fare, l’importante è non mollare mai! La dolcezza ma nello stesso tempo
la fermezza di prendere in mano la situazione e capire che non esiste un destino ineluttabile, ma il
nostro Amore e le nostre mani possono trasformare la nostra avventura in una ricerca di serenità
ed equilibrio, è stato il messaggio di Agor. Si tratta di continue battaglie, di percorsi faticosi, di
constatazione sulla mancanza di aiuti esterni , ma quando il bambino si sente aiutato nel trovare
una dimensione di equilibrio, certo con i limiti imposti dalla natura, è lui stesso a trasmettere e
condividere con gli altri quella “ricchezza” tipica dei ragazzi extra ordinari , fatta di sorrisi, di
gratitudine, di sensibilità, una cosa che solo le persone che guardano con il cuore possono
cogliere.
Abbiamo seguito alla lettera il percorso indicato da Bruna solo per un paio di anni, ma anche
quando eravamo meno assidui nello svolgere il programma, abbiamo sempre potuto contare su
Agor. È stato per noi un grande riferimento, per risolvere qualsiasi quesito e anche per offrire
suggerimenti di professionisti che hanno alleggerito il nostro carico (dall’osteopata, al
Feldenkrais, al Crosystem, al Seqex, alla rieducazione uditiva e non per ultimo alla
nutrizione). Quello che ci è piaciuto è la semplicità nel trovare le soluzioni, che non sono così
banali e risolvono problemi grandi. Mi viene in mente il suggerimento di mettere un paio di
mutande sopra ai pantaloni, per fare da sacca ad una pallina che si posizionava proprio sotto il
sedere quando Giovanni gattonava, in modo che quando si sedeva anziché sedersi in mezzo ai
piedi, si sedeva sulla pallina…abbiamo iniziato con una palla di diametro 10 cm fino ad arrivare ad
una palla da basket… Con questo accorgimento abbiamo salvato le anche di Giovanni!
Dobbiamo dire che l’impostazione del percorso riabilitativo ci educa al lavoro quotidiano, a
supportare il ragazzo nelle varie attività con dedizione e amore ed educarlo alla fatica e alla
tenacia, che prima o poi elargiranno premi anche inaspettati. Noi non abbiamo recuperato il
cammino, ma grazie al lavoro fatto abbiamo evitato ulteriori problemi alle anche e alle rotule che,
molto probabilmente, senza un lavoro continuo sarebbero arrivati a bussare alla nostra porta…
Inoltre Giovanni tuttora, ogni giorno all’ età di 25 anni, è motivato nelle sue attività riabilitative,
come la Motomed, il piano di statica e comunque la pratica di uno sport , tutte attività che oltre alla
salute fisica servono anche alla salute mentale.
Inoltre in tutta la famiglia si respira la motivazione all’aiuto. La sorella maggiore è diventata una
Terapista della Neuropsicomotricità dell’ età evolutiva nonché volontaria al Dynamo Camp.
Grazie Agor, grazie Bruna per tutto quello che ci avete insegnato!

Giovanni, Letizia e Stefano